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L'importanza di un servizio sanitario nazionale forte

, di Jennifer Clark
Eduardo Missoni e un team di alumni hanno studiato come i sistemi sanitari hanno affrontato l'emergenza COVID

Eduardo Missoni, professore di Global Health and Development presso la SDA Bocconi e fellow del COVID Crisis Lab, ha condotto una serie di 10 studi qualitativi che hanno analizzato diversi aspetti di come i sistemi sanitari hanno affrontato l'emergenza COVID-19 con un team di suoi alumni ora all'associazione Saluteglobale.it.

Le pubblicazioni sono il risultato della collaborazione multidisciplinare di ex studenti di tre diverse Università: Bocconi, Università degli Studi di Brescia (Facoltà di Medicina e Chirurgia) e Università Milano-Bicocca (Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale). Molti dei progetti affrontano il tema dell'assistenza sanitaria universale durante l'epidemia, concentrandosi sull'Italia, come "The Italian health system facing the COVID-19 challenge" (Lancet) e "COVID-19: Universal Health Coverage now more than ever" (Journal of Global Health).

"Da parte italiana, abbiamo voluto condividere a livello internazionale come l'epidemia abbia messo in luce alcune debolezze di un sistema considerato uno dei migliori al mondo", ha detto Missoni. "Quello che dovremmo imparare da COVID-19 è l'importanza di un indirizzo centrale per il servizio sanitario nazionale. Abbiamo scoperto che i sistemi sanitari in generale si trovano in difficoltà quando hanno un basso livello di assistenza primaria (team di medicina di comunità e medici di base) e subiscono le conseguenze dei tagli alle risorse finanziarie e umane e delle privatizzazioni". Anche la frammentazione e la regionalizzazione sono un problema, perché creano problemi di approvvigionamento e confusione sulle regole, soprattutto durante le emergenze.

Le regioni italiane hanno spesso seguito strade diverse e hanno avuto risultati diversi. Lo studio "So close yet so distant: evidence from Lombardy and Veneto to plan COVID-19 recovery strategy" (in Archives of Community Medicine and Public Health) mette a confronto gli approcci di due diversi modelli di screening. La Regione Lombardia si è concentrata principalmente sui test ai casi sintomatici e ha investito meno nell'assistenza territoriale, mentre il Veneto ha praticato tamponi a una popolazione ampia, compresi i casi asintomatici e paucisintomatici. Il modello veneto si è dimostrato più efficace.