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Uno sguardo ai percorsi di carriera di successo degli amministratori delegati italiani

, di Jennifer Clark
Il tipico CEO italiano e' un maschio di 50 anni con una laurea in economia o ingegneria. L'esperienza internazionale e' un must, secondo una ricerca di SDA Bocconi School of Management

Lo sviluppo della carriera nel mondo del lavoro odierno, in rapida evoluzione, è più complicato che in passato. Uno sguardo al DNA della carriera dei top manager italiani può aiutare a scegliere il giusto percorso di crescita. Un team di ricercatori della Bocconi sta portando avanti una ricerca in tre parti per mappare le carriere degli amministratori delegati, dei top manager e delle donne leader in Italia in termini di formazione, passaggi tra aziende, esperienze internazionali e altri fattori.

La prima parte dello studio è stata pubblicata su Economia & Management con il titolo title "How To Get To The Top. The Profile of Italian CEOs", ed esamina 540 amministratori delegati di aziende top, grandi, medie e piccole, utilizzando LinkedIn e i siti web delle aziende per i dati di carriera su età, istruzione universitaria, lavoro post-laurea e percorso di carriera.

Si è scoperto che il tipico CEO di un'azienda italiana è un uomo di 50 anni con una laurea in economia, management o ingegneria (73% delle lauree totali), proveniente da un'università del Nord Italia (con la Bocconi in testa al 12%), una carriera stabile in un unico settore industriale e molto spesso promosso internamente. In termini di età media (49 anni) e bassa percentuale di amministratori delegati donne (6%), l'Italia è in linea con gli standard internazionali.

Solo il 27% degli amministratori delegati intervistati ha fatto un MBA, e pochissimi hanno un dottorato di ricerca. Il percorso di carriera è molto più breve nelle aziende più piccole, dove servono 14 anni per raggiungere l'ufficio più importante, rispetto ai 21 anni delle aziende medie, grandi e top. L'esperienza internazionale è un must-have piuttosto che un acceleratore (64% per le aziende top).

"Abbiamo scoperto che più alta è la posizione e più grande è l'organizzazione, meno rischio viene preso nelle scelte per la posizione di vertice. La tendenza comune è infatti quella di assumere qualcuno che copriva una posizione di CEO nel suo ruolo precedente, o che operava nello stesso settore o che viene promosso internamente", dice Laura Baruffaldi, docente di Leadership, Organization & HR presso SDA Bocconi School of Management.

La seconda fase dello studio ha preso in esame le posizioni di top management ed è stata completata nel 2019, ripetendo lo stesso tipo di analisi dei CEO. Le donne costituiscono l'11% del top management, "che è un dato ancora molto basso", osserva Baruffaldi. Nella categoria del top management, l'esperienza nella consulenza e l'avere un MBA accelera la carriera di due anni.

La terza fase riguarda le donne nel top management, e sarà presentata entro metà marzo.
Gli altri autori sono Duccio Alberti, SDA Bocconi Fellow ed Executive Coach; Simone Panigati, ex Community Manager di SDA Bocconi School of Management, e Isabella Pinucci, responsabile Executive Career Development di SDA Bocconi School of Management.