Solo una coalizione mondiale puo' salvarci dal cambiamento climatico
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Solo una coalizione mondiale puo' salvarci dal cambiamento climatico

UN PAPER DI BOSETTI E COLLEGHI SPIEGA PERCHA TUTTE LE REGIONI DEL MONDO DEVONO COOPERARE SE SI VOGLIONO LIMITARE LE EMISSIONI DI GAS SERRA E IL RISCALDAMENTO GLOBALE

Solo una coalizione globale – o una coalizione che includa almeno tutti i paesi sviluppati più Cina e India – può stabilizzare la concentrazione totale di gas serra nel lungo periodo (all’anno 2100) sotto il livello di 550 ppm CO2-eq, che corrisponde a un incremento delle temperature medie globali di 2,4° C rispetto all’era pre-industriale. E questo va considerato un obiettivo modesto: nelle negoziazioni internazionali normalmente si discute di limitare l’aumento a 2° C.

Ogni altra coalizione finirebbe per non raggiungere neppure questo obiettivo secondo Valentina Bosetti (Dipartimento di Economia e IEFE), Enrica De Cian, Emanuele Massetti, Massimo Tavoni (Fondazione Eni Enrico Mattei e Euro-Mediterranean Center on Climate Change) e Carlo Carraro (Università di Venezia, Fondazione Eni Enrico Mattei, CEPR, CESifo e CMCC), che analizzano gli incentivi e la stabilità delle coalizioni internazionali sul clima in Incentives and Stability of International Climate Coalitions: An Integrated Assessment (Energy Policy, vol. 55, April 2013, pagine 44-56, doi: 10.1016/j.enpol.2012.12.035).

Gli autori hanno studiato le complessità della formazione di coalizioni sul clima. Gli incentivi attualmente esistenti fanno sì che le coalizioni stabili tendano ad essere piccole e inefficaci. Una coalizione di successo dovrebbe poter ridurre effettivamente le emissioni globali e, allo stesso tempo, fornire a ciascuno dei suoi membri incentivi sufficienti a non abbandonare la coalizione. L’analisi della decisione di entrare nelle coalizioni e della loro stabilità mostra che, nel caso della riduzione delle emissioni di gas serra, in coalizioni ampie ed efficaci i benefici che derivano dalla cooperazione non sono comunque sufficienti a compensare gli incentivi al free riding. Un accordo stabile è perciò difficile da raggiungere.

Si ottiene stabilità solo quando, attraverso trasferimenti, i benefici della cooperazione possono essere condivisi e gli incentivi al free riding scompaiono. Ma questo risultato ha un prezzo perché, in questo caso, è possibile raggiungere la stabilità solo a concentrazioni di gas serra pari ad almeno 600 ppm CO2-eq. Quando i trasferimenti entrano nel quadro, si può raggiungere questo livello di concentrazione anche con coalizioni più piccole.

“Questi risultati indicano che la cooperazione sugli accordi climatici è, di principio, possibile”, affermano gli autori, “anche se richiede trasferimenti politicamente difficili da far accettare. Le riduzioni di emissioni che ne risultano sarebbero inferiori rispetto a quelle contemplate dagli ambiziosi obiettivi climatici che sono spesso discussi a livello internazionale. Un progresso lento e graduale in direzione del controllo del cambiamento climatico sembra, però, essere l’unica via percorribile”. 



di Morteza Zamanian
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