L'Italia oltre il minimo di natalita'

IL 20 E 21 FEBBRAIO IL CENTRO DONDENA HA OSPITATO LA CONFERENCE FINALE DI UN PROGRAMMA DI RICERCA SU FECONDITÀ E GENITORIALITÀ

Le società avanzate si trovano ad affrontare un nuovo regime di fecondità e genitorialità e l’Italia, internazionalmente conosciuta come un caso di infima natalità, mostra segni di transizione verso questo nuovo regime. È per questo che, nel 2009, Università Bocconi, Università di Padova, Università di Torino e ISTAT hanno avviato un progetto di ricerca finanziato con fondi pubblici nell’ambito del programma PRIN (Progetti di ricerca di rilevante interesse nazionale).

Il 20 e 21 febbraio il centro Dondena per la ricerca sulle dinamiche sociali della Bocconi ha ospitato la conference finale del progetto, con la partecipazione di studiosi delle tre università e di ISTAT, DIW Berlin, University of Oxford, University of Essex e Universitat Pompeu Fabra.

“Solo pochi decenni fa”, scrivono gli organizzatori descrivendo il nuovo regime, “i tassi di natalità erano alti e i bambini nascevano quasi esclusivamente nell’ambito del matrimonio. Nelle famiglie e per la società il modello dell’uomo come unico percettore di reddito era la norma. Il nuovo regime è più complesso. In gran parte delle società avanzate, i tassi di natalità hanno cominciato a riprendersi solo di recente, dopo aver raggiunto livelli molto bassi. Si diventa genitori in età più avanzata. Società come l’Italia affrontano incrementi notevoli e improvvisi nell’afflusso di immigrati. La coabitazione e le gravidanze fuori dal matrimonio sono in crescita. Il tempo che i genitori passano con i figli sta aumentando. Il modello del maschio percettore unico di reddito è in declino ovunque. I decisori politici sono sempre più preoccupati, da un lato, delle dinamiche della popolazione e, dall’altro, della qualità degli investimenti nel capitale umano dei bambini. Il processo che porta alla decisione di avere bambini enfatizza, ora, l’autorealizzazione, mentre la possibilità di essere genitori felici di bambini di qualità e il mantenersi buoni lavoratori stanno diventando obiettivi di uguale rilevanza”.

di Fabio Todesco