Salute: c'e' speranza per l'Italia
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Salute: c'e' speranza per l'Italia

EUROHOPE, UNA RICERCA INTERNAZIONALE ALLA QUALE HA PARTECIPATO LA BOCCONI, COMPARA LE CONDIZIONI DI SALUTE A UN ANNO DAL RICOVERO PER CINQUE GRAVI PROBLEMI DI SALUTE, E TROVA L'ITALIA IN LINEA CON I PAESI NORDICI, ANCHE SE CI SONO MARGINI DI MIGLIORAMENTO

Le condizioni di salute di chi si è sottoposto a un ricovero ospedaliero per una malattia grave varia considerevolmente sia tra diversi paesi europei, sia all’interno di uno stesso paese, secondo EuroHOPE, un programma di ricerca quadriennale finanziato dalla Commissione europea nell’ambito del 7° Programma Quadro, teso a valutare la performance di sette sistemi sanitari. EuroHOPE (European Health Care Outcomes, Performance, and Efficiency) ha confrontato i risultati in campo sanitario nella seconda parte degli anni 2000 per l’infarto miocardico acuto, l’ictus ischemico, la frattura dell’anca, il tumore alla mammella e i neonati sottopeso e prematuri.

Al progetto hanno preso parte, per il CERGAS (Centro di ricerche sulla gestione dell'assistenza sanitaria e sociale della Bocconi), Giovanni Fattore, Fabrizio Tediosi, Helen Banks e Dino Numerato.

Per ognuno dei paesi e delle regioni che hanno preso parte alla survey, e cioè Finlandia, Italia, Norvegia, Paesi Bassi, Scozia (Gran Bretagna), Svezia e Ungheria, si possono identificare aree in cui la performance del sistema sanitario può essere migliorata, sia in termini di qualità delle cure, sia di utilizzo delle risorse.

EuroHOPE è il primo studio a comparare comprensivamente quello che accade ai pazienti di paesi diversi seguendoli fino a un anno dopo l’insorgenza della malattia. I risultati cambiano notevolmente tra i diversi paesi, ma anche tra diverse regioni e diversi ospedali dello stesso territorio.

Per esempio, per quel che riguarda l’infarto miocardico acuto, i tassi di mortalità a un anno nella regione della Norvegia che si comporta peggio sono inferiori rispetto a quelli delle migliori regioni ungheresi. In Norvegia e Svezia le differenze regionali nelle condizioni di salute sono minori e la mortalità inferiore rispetto a quelle degli altri paesi analizzati. La mortalità relativa all’infarto miocardico acuto raggiunge gli stessi livelli nelle regioni finlandesi con i risultati migliori e in quelle svedesi e norvegesi che si comportano peggio.

Si registrano notevoli differenze regionali nella mortalità da ictus ischemico in Scozia e Norvegia, con percentuali che variano dal 23% al 36%, mentre in Svezia la forbice è solo tra il 15% e il 20%.

Inoltre la mortalità dei neonati con peso alla nascita inferiore ai 1500g e meno di 32 settimane di gestazione è chiaramente più bassa in Finlandia e Svezia che in Ungheria e Paesi Bassi.

Generalmente le condizioni di salute per le cinque malattie sono buone in Italia, Norvegia e Svezia. I risultati dei Paesi Bassi sono medi. La Finlandia si attesta all’incirca allo stesso livello di Norvegia e Svezia, ma con l’eccezione dell’infarto miocardico, per il quale ottiene risultati peggiori. Il posizionamento della Scozia varia a seconda della malattia, mentre quello dell’Ungheria è relativamente peggiore, probabilmente a causa delle condizioni economiche.

Lo studio non ha rilevato nessuna evidente relazione tra il finanziamento della sanità e i risultati ottenuti. Ci sono paesi con buona e cattiva performance sia tra quelli che si affidano alle assicurazioni sociali, sia tra quelli che finanziano il sistema con le tasse. La prospettiva di rimborso ospedaliero sembra aumentare l’utilizzo immediato dell’angioplastica coronarica sui pazienti infartuati, ma il finanziamento non è correlato all’esito sanitario.

Non c’è evidente relazione tra la qualità e l’utilizzo delle risorse, con l’eccezione dell’infarto miocardico in Finlandia e Ungheria. Inoltre non è stata individuata nessuna correlazione tra la produttività ospedaliera e la qualità delle cure. La produttività ospedaliera è allo stesso livello in Danimarca, Finlandia e Norvegia, mentre quella della Svezia è chiaramente al di sotto della media dei paesi nordici.

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