Gli strani effetti del cavalierato: piu' occupazione e meno profitti
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Gli strani effetti del cavalierato: piu' occupazione e meno profitti

UN ARTICOLO DI LINUS SIMING, CON KONRAD RAFF, MOSTRA CHE COMPENSI DI NATURA NON MONETARIA, COME L'ASSEGNAZIONE DEL TITOLO DI CAVALIERE, POSSONO INFLUENZARE IL COMPORTAMENTO DEGLI AMMINISTRATORI DELEGATI, RIDUCENDO LA PROPENSIONE AL TAGLIO DI POSTI DI LAVORO, A SPESE DEGLI AZIONISTI

L’assegnazione di un titolo onorifico è storicamente considerata come il mezzo più appropriato per celebrare il successo di un singolo in ambito nazionale e oltre. Da oggi, eventuali onorificenze possono essere considerate come un modo efficace per contribuire a ridurre i tagli dei posti lavoro, a spese degli azionisti. Infatti, gli amministratori delegati sono meno propensi a tagliare posti di lavoro se il loro mantenimento è in linea con i valori tipici del titolo di dama o cavaliere, soprattutto se parliamo di società che operano in settori scarsamente competitivi. Questo è forse il risultato più sorprendente di Knighthoods, Damehoods, and CEO Behaviour, un articolo di Linus Siming (Dipartimento di Finanza) e Konrad Raff (VU University Amsterdam).

È interessante notare che l'impatto di titoli onorifici degli amministratori delegati sulle performance delle imprese ha ricevuto scarsa attenzione dalla comunità finanziaria. Tuttavia, dai dati raccolti risulta che i premi governativi sono molto apprezzati dagli amministratori delegati. Ad esempio, alcuni anni fa, lo scandalo "cash for honors" avvenuto nel Regno Unito ha mostrato che diversi imprenditori erano disposti a elargire significativi contributi in denaro al partito laburista in cambio di premi non monetari. Tale rilevanza, unita alla scarsa letteratura al riguardo, può essere uno dei motivi per cui il lavoro di Siming ha ricevuto attenzione anche da parte della stampa internazionale. Il Financial Times ha, infatti, recentemente menzionato la ricerca svolta in un articolo in prima pagina.

L'ipotesi di fondo degli autori è che la prospettiva di ricevere un titolo onorifico potrebbe alterare gli incentivi degli amministratori delegati a tagliare posti di lavoro per incrementare i profitti. Alla base di tale comportamento ci sarebbe la paura di attirare le ire dei politici e del pubblico, che inevitabilmente pregiudicherebbero l’assegnazione di qualsiasi tipo di titolo onorifico. Lo studio ha esaminato la Nuova Zelanda, che ha abolito i titoli di dama e cavaliere nel 2000 prima di reintegrarli nel 2009. Gli autori mostrano che quando gli amministratori delegati ritenevano che non ci fosse alcuna possibilità di ottenere un titolo onorifico da parte del governo (durante il periodo di abolizione), hanno tagliato posti di lavoro per migliorare i profitti delle imprese. Per converso, quando tali onorificenze sono state reintrodotte nel 2009, le stesse imprese hanno visto diminuire i margini di profitto, mentre gli amministratori delegati sono diventati più riluttanti a tagliare posti di lavoro, suggerendo che le onoreficenze incoraggiano gli a.d. ad agire contro gli interessi degli azionisti e a favore di quelli degli stakeholder.

Gli autori hanno confrontato le imprese in cui l’a.d. poteva ricevere un titolo onorifico, con i gruppi gestiti da dirigenti stranieri. Infatti, gli stranieri non possono per legge ricevere titoli onorifici in Nuova Zelanda, e sono di fatto esclusi a priori dall’effetto delle due riforme giuridiche del 2000 e del 2009. Gli autori portano alla luce cambiamenti significativi nel comportamento delle imprese con l’abolizione e la reintroduzione del cavalierato. Ciò è particolarmente evidente per le aziende che operano in settori in cui la concorrenza è relativamente debole. Dopo l'abolizione dei titoli onorifici, le performance aziendali migliorano mentre, al contrario, la reintroduzione di tali premi non monetari porta un calo nel livello di profitto per le imprese dove operano gli amministratori delegati che possono ricevere titoli onorifici.

Gli autori rilevano che il canale principale attraverso cui, dopo la prima riforma, migliora la performance delle aziende considerate è la riduzione del costo del personale, dovuto alla diminuzione del numero dei dipendenti. Questo genera un potenziale compromesso tra redditività d’impresa e beneficio ottenuto dall’assegnazione di un titolo onorifico. I governi sono informati: un titolo onorifico potrebbe essere vantaggioso per il welfare aggregato (es. mantenimento livello occupazionale), a condizione che gli azionisti siano disposti a pagarne il costo.



di Daniele Bianchi
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