Gli effetti negativi dei principi contabili internazionali
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Gli effetti negativi dei principi contabili internazionali

CAMERAN E PETTINICCHIO, IN UN PAPER SCRITTO CON CAMPA, MOSTRANO CHE GLI IFRS NON HANNO MIGLIORATO LA QUALITA' DEI BILANCI DELLE IMPRESE ITALIANE CHE LI HANNO ADOTTATI

Un recente studio dimostra che l’adozione dei principi contabili internazionali (Ifrs) non necessariamente migliora la qualità del bilancio. In particolare, questa ricerca ha esaminato imprese italiane non quotate che hanno deciso volontariamente di utilizzare gli Ifrs, documentando che la loro adozione porta a una minore qualità degli utili di bilancio.

Mara Cameran, Angela Pettinicchio (Dipartimento di Accounting) e Domenico Campa (Trinity College Dublin) sono gli autori di IFRS Adoption among Private Companies: Impact on Earnings Quality, in corso di pubblicazione su Journal of Accounting, Auditing & Finance.

L’Unione Europea ha introdotto, nel 2005, principi contabili comuni per tutte le società quotate nei mercati finanziari europei, principalmente per incrementare la comparabilità dei loro bilanci e migliorare la qualità del loro reporting. Al tempo stesso, però, l’Ue ha lasciato l’opzione a ogni stato membro di obbligare o permettere alle imprese non quotate di usare gli Ifrs. La qualità del reporting è influenzata dai principi contabili, ma l’impatto degli Ifrs non è ancora chiaro. Gli autori dello studio hanno cercato di chiarire se la qualità del bilancio (misurata attraverso la qualità degli utili) sia differente tra le imprese non quotate che adottano gli Ifrs e quelle imprese che invece usano ancora i principi contabili nazionali. Per la ricerca sono state selezionate le imprese italiane non quotate che sono passate agli Ifrs tra il 2005 e il 2008.

I risultati dell’analisi condotta dimostrano non solo che chi ha adottato gli Ifrs non presenta una qualità degli utili superiore rispetto a chi usa ancora i principi contabili domestici, ma anche che queste imprese presentano livelli superiori di manipolazioni degli utili. Questi risultati suggeriscono, secondo gli autori, che l’adozione di principi contabili internazionali, generalmente ritenuti di qualità superiore rispetto a quelli nazionali, non necessariamente implica un reporting di qualità superiore. L’articolo, inoltre, esplora più a fondo questo tema. Gli autori hanno analizzato i dati distinguendo tra imprese controllate da aziende quotate (le controllate) e altre imprese. E’ possibile, infatti, che le controllate abbiano deciso di adottare gli Ifrs per ottemperare a requisiti imposti dalla controllante e/o per semplificare il processo di reporting a livello di gruppo. I risultati evidenziano come la qualità del bilancio non migliori in nessuno dei due casi, anche se l’impatto degli Ifrs è peggiore, in alcuni casi, per le controllate.

In generale, i risultati forniti da questo studio sono particolarmente interessanti per la Commissione europea per valutare l’impatto dell’attuale regolamentazione in tema di bilancio. Inoltre, i regolatori devono tenere conto delle conseguenze degli standard che presentano o suggeriscono. Quindi, anche i legislatori nazionali dovrebbero considerare questi risultati, dato il livello di flessibilità loro lasciato dalla regolamentazione comunitaria. Per concludere, lo studio fornisce un’utile guida ai policy maker che vogliano valutare le conseguenze dei principi contabili internazionali.



di Paola Zanella
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