Non e' con i computer che si riequilibra la produttivita'
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Non e' con i computer che si riequilibra la produttivita'

SONO LE PRATICHE MANAGERIALI, COME DIMOSTRA UNO STUDIO DI TOM SCHMITZ, A DETERMINARE IL DIVARIO TRA I VARI PAESI

Sovvenzionare l’adozione di tecnologie informatiche non colmerà il gap di produttività che separa l’Europa meridionale da quella settentrionale. Anzi,  potrebbe provocare un’ulteriore riduzione della produttività nel Sud Europa. “Incoraggerebbe le imprese improduttive a dotarsi di tecnologie più sofisticate. Sarebbe uno spreco di risorse. Il basso tasso di adozione di It non è il problema, ma un sintomo”. Tom Schmitz ha affrontato l’argomento con Fabiano Schivardi in The IT Revolution and Southern Europe’s Two Lost Decades. I due hanno studiato le cause della minore crescita della produttività in Italia, Spagna e Portogallo rispetto a Germania e Stati Uniti. “La letteratura si è occupata in passato del ruolo delle pratiche di management e dell’adozione di It, ma sempre a livello aziendale. Noi abbiamo adottato un approccio macroeconomico”.

L’analisi ha dimostrato che oltre un terzo del divario di produttività fra i paesi del Nord e del Sud Europa è causato da pratiche manageriali inefficienti. Gli autori hanno individuato tre cause del gap. “Il più ovvio è l’effetto diretto che queste pratiche di management hanno sulla riduzione degli incrementi di produttività derivanti dall’It. Il secondo è indiretto: l’It incrementa l’importanza delle pratiche di management, rendendo ancora più rilevanti le inefficienze”. C’è poi il tema immigrazione. Gli aumenti salariali provocati dall’adozione di It nel Nord Europa hanno incentivato l’emigrazione di lavoratori qualificati dal Sud. “Possiamo solo ipotizzare gli interventi che i policy maker potrebbero attuare”, dice prudentemente Schmitz. I governanti potrebbero, ad esempio, promuovere travasi di conoscenza dalle multinazionali provenienti da paesi con migliori pratiche di management. Un sistema giudiziario in grado di risolvere velocemente i conflitti fra dirigenti esterni e proprietà famigliare metterebbe queste ultime nella posizione di decentralizzare e delegare funzioni a manager più efficienti.

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di Claudio Todesco
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