Trascurando il debito pubblico pregiudichiamo innovazione e crescita
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Trascurando il debito pubblico pregiudichiamo innovazione e crescita

UNA NUOVA RICERCA DI MAX CROCE E COLLEGHI MOSTRA CHE LE IMPRESE INNOVATIVE SONO LE PIU' COLPITE DALL'INCERTEZZA GENERATA DALL'AUMENTO DEL DEFICIT PUBBLICO

Sapevamo già che i consolidamenti di bilancio a seguito di un’impennata del debito pubblico ostacolano la crescita a lungo termine a causa dell'aumento della pressione fiscale, dell'inflazione e dell'incertezza politica. Una nuova ricerca di Max Croce della Bocconi e colleghi rileva che il debito pubblico è dannoso per la crescita anche perché ostacola gli investimenti delle imprese innovative. «Appesantendo il loro costo del capitale, i movimenti del debito pubblico incidono sugli investimenti delle imprese e, in modo critico, sulle decisioni di innovazione", afferma Croce, professore di finanza all'Università Bocconi.
 
Analizzando 6.000 imprese quotate negli Stati Uniti nel periodo 1975-2013, gli studiosi scoprono che circa un terzo del premio che le imprese innovative devono pagare ai loro investitori rispetto alle altre imprese dipende dall'esposizione alle variabili fiscali. «Questo spread è ampio», dice Croce, «intorno al 7.5% l’anno e potrebbe scendere al 5% se non ci fosse incertezza sulle variabili di bilancio».
 

 
Quando il debito pubblico aumenta, la crescita dei tassi di interesse e l'incertezza sulla pressione fiscale futura, sostiene la ricerca, rendono meno prevedibili i flussi di cassa futuri e suggeriscono cautela sia agli investitori che ai manager. Quando si tratta di selezionare i progetti in cui investire, l'incertezza costringe i manager a scegliere solo quelli più redditizi, lasciando cadere quelli più rischiosi, per evitare che gli investitori passino ad aziende percepite come più sicure». Il risultato netto è un calo della crescita del Pil a 4/5 anni, quando la mancanza di innovazione comincia ad influenzare l'economia nazionale.
 
«I nostri risultati fanno sì che una politica di 'austerità prudenziale', cioè l'impegno a ridurre il debito pubblico nei periodi di congiuntura favorevole abbinata a politiche fiscali che evitino l'incertezza fiscale di lungo periodo, potrebbe essere la più efficace», dice Croce. «Da un lato, un uso sistematico dei disavanzi di bilancio mina la crescita e, dall'altro, i paesi indebitati rischiano di affrontare la fase discendente del ciclo senza margine di manovra per gli stimoli fiscali».
 
Mariano Croce, Thien T. Nguyen, Steve Raymond, Lukas Schmid, Government Debt and Returns to Innovation, di prossima pubblicazione su Journal of Financial Economics, DOI: 10.1016/j.jfineco.2018.11.010.

di Fabio Todesco
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