Twitter toglie voti a Trump ma non ai Repubblicani
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Twitter toglie voti a Trump ma non ai Repubblicani

UNA NUOVA RICERCA DI CARLO SCHWARZ RILEVA CHE, NELLE ELEZIONI PRESIDENZIALI AMERICANE DEL 2016, TWITTER HA RESO GLI ELETTORI INDIPENDENTI MENO PROPENSI A VOTARE PER DONALD TRUMP, MENTRE NON HA INFLUITO SU ALTRE ELEZIONI

Una narrazione diffusa sostiene che Twitter abbia influenzato l'esito delle elezioni presidenziali del 2016 aiutando il candidato repubblicano Donald Trump a diffondere contenuti di parte e disinformazione. In una recente intervista a 60 Minutes di CBS News, lo stesso Trump ha dichiarato che “non sarei qui senza i social media”.
 
Un nuovo studio di Carlo Schwarz (Università Bocconi) con Thomas Fujiwara e Karsten Müller (entrambi Princeton University) mette in dubbio questa ipotesi, confrontando i risultati elettorali di contee americane con caratteristiche simili ma con una diversa intensità nell’uso di Twitter nel periodo precedente le elezioni presidenziali, della Camera e del Senato del 2016. La loro conclusione è che Twitter ha svantaggiato Donald Trump, rendendo gli elettori indipendenti meno propensi a votare per lui.
 
“Stimiamo che raddoppiando il numero di utenti di Twitter in una contea si sarebbe registrata una diminuzione di circa 2 punti percentuali nel voto per Trump”, dice Schwarz. “D'altra parte, non troviamo alcun effetto di Twitter sulle elezioni del 2016 alla Camera e al Senato. Anche se gli elettori hanno potuto scegliere di votare per Trump e altri Repubblicani nello stesso giorno, Twitter ha influenzato solo la scelta del presidente”.
 
I dati sul voto individuale suggeriscono, inoltre, che l'uso di Twitter non ha effetti significativi sugli elettori con forti opinioni democratiche o repubblicane, ma può indurre gli elettori centristi a evitare i candidati più estremisti. Nel 2016, l'effetto è stato più forte sugli elettori indipendenti, mentre c’è scarsa evidenza che gli elettori più allineati con uno dei due partiti ne siano stati influenzati. Allo stesso modo, Twitter ha probabilmente influenzato le decisioni di voto nelle contee tradizionalmente in bilico più che in quelle con una consistente storia di vittorie repubblicane o democratiche.
 
È importante notare che l'uso di Twitter non è associato a un uniforme allontanamento dai candidati repubblicani. Al contrario, è legato a un marcato spostamento verso una maggiore approvazione per Hillary Clinton a scapito di Donald Trump, soprattutto tra gli elettori indipendenti, che sono quelli che hanno più probabilità di essere convinti dai contenuti dei social media.
 
I risultati sono coerenti con l'idea di un'atmosfera prevalentemente progressista su Twitter. Ad esempio, le persone che usano Twitter hanno una fortissima probabilità di essere giovani progressisti ben istruiti e di vivere nelle aree urbane, mentre il più ampio sostegno di Trump è venuto dai bianchi più anziani, senza istruzione universitaria, nelle aree rurali, che sono tra le persone meno propense a usare attivamente i social media. Come documentano gli autori, i politici democratici sono molto più popolari dei repubblicani su Twitter e, nel 2016, tre quarti dei tweet che citavano Trump sono stati postati da utenti che con ogni probabilità si opponevano alla sua politica.
 
 “Mentre il nostro studio non parla dell'effetto di altri social media, come Facebook, e del potenziale ruolo di interventi governativi stranieri o della disinformazione”, conclude Schwarz, “i nostri risultati suggeriscono che i social media possono effettivamente influenzare gli esiti delle elezioni”.
 
Nota metodologica. Al fine di confrontare contee che differiscano solo nell'uso di Twitter, gli autori si avvalgono della variazione nell'uso di Twitter creata da un punto di svolta nell'adozione di Twitter, la conferenza e il festival South by Southwest del 2007. Gli utenti della piattaforma che hanno aderito durante il festival erano simili agli altri early adopter, ma si sono rivelati fondamentali per la successiva diffusione geografica di Twitter. Poiché le aree da cui provengono questi utenti, che hanno fatto da catalizzatori della diffusione di Twitter nelle loro contee, non differiscono dalle altre, ad esempio per quanto riguarda il comportamento voto, gli autori possono sfruttare questa variazione per indagare se Twitter abbia un effetto causale sui risultati.
 
Thomas Fujiwara, Karsten Müller, and Carlo Schwarz (2020), “The Effect of Social Media on Elections: Evidence from the United States”, working paper, available at SSRN.

di Fabio Todesco
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