Teoria psicologica dei giochi: quando le emozioni entrano nell'equazione

Teoria psicologica dei giochi: quando le emozioni entrano nell'equazione

PIERPAOLO BATTIGALLI E IL SUO COAUTORE DI LUNGA DATA MARTIN DUFWENBERG RIPERCORRONO I PROGRESSI DI QUESTA BRANCA DELLA TEORIA DEI GIOCHI, CHE TIENE CONTO ANCHE DI MOTIVAZIONI COME LE EMOZIONI, LA RECIPROCITA' E LA PREOCCUPAZIONE PER L'OPINIONE ALTRUI

Come brillantemente rappresentato nel film d'animazione Disney-Pixar Inside Out (2015), le emozioni guidano la maggior parte delle nostre azioni, se non tutte. Tuttavia, per molto tempo, gli economisti non hanno prestato molta attenzione alle emozioni e al modo in cui esse influenzano il nostro comportamento.
 
Questo vale anche per la teoria dei giochi tradizionale, che presuppone che le mosse dei giocatori siano guidate da una funzione di utilità che dipende dal risultato delle mosse stesse.  Per tenere conto di motivazioni più complesse, come la reciprocità e il senso di colpa, la teoria psicologica dei giochi offre una cornice matematica più ampia, che prevede che la funzione di utilità di un giocatore dipenda anche dalle sue credenze, comprese le sue credenze sulle credenze altrui (a proposito di tali gerarchie di credenze, si veda https://www.knowledge.unibocconi.it/notizia.php?idArt=23776). Ad esempio, l'evidenza empirica conferma che le persone sono disposte a rinunciare ad alcune ricompense materiali pur di migliorare l'opinione che gli altri hanno di loro.
 
La teoria psicologica dei giochi consente di tenere conto di emozioni come il senso di colpa, la delusione, il rimpianto, la gioia, la frustrazione, la rabbia, l'ansia, la vergogna, la paura, ecc. Può anche modellizzare la reciprocità (l’inclinazione a rispondere alla gentilezza con la gentilezza), che è uno degli elementi costitutivi delle interazioni umane. Infine, come già anticipato, è in grado di includere la preoccupazione di un giocatore per ciò che gli altri pensano di lui, una motivazione particolarmente presente in una società incentrata sulla reputazione come quella attuale.
 
Dopo aver contribuito allo sviluppo di questa branca della teoria dei giochi nel corso degli ultimi 15 anni, Pierpaolo Battigalli (Bocconi) e Martin Dufwenberg (University of Arizona) hanno fatto il punto sullo stato dell'arte della teoria psicologica dei giochi in un articolo appena pubblicato sul Journal of Economic Literature.
 
La teoria psicologica dei giochi si presta a diverse applicazioni, che vanno dalle scelte in materia di abbigliamento all’evasione fiscale. In quest'ultimo ambito, ad esempio, la vergogna può svolgere un ruolo importante. Infatti, è stato dimostrato che il fatto che le dichiarazioni dei redditi siano private o pubbliche influenza l'onestà dei cittadini. Anche le dinamiche a cui abbiamo assistito durante la recente pandemia – che ha suscitato in noi molte emozioni, tra cui ansia, paura, frustrazione e rabbia – rappresentano una delle aree di applicazione della teoria psicologica dei giochi.
 
“Spero,” conclude Battigalli, “che il nostro articolo possa ispirare nuove applicazioni, ma anche ulteriori approfondimenti teorici su alcuni problemi aperti. Ad esempio, pur tenendo conto delle emozioni, tutti gli studi attualmente disponibili nell’ambito della teoria psicologica dei giochi presuppongono che i giocatori siano razionali. A questo proposito, è bene ricordare che le emozioni non sono in contrasto con la razionalità. Infatti, nella teoria psicologica dei giochi, le emozioni vengono incorporate nella funzione di utilità dei giocatori. Tuttavia, alcune emozioni come l'ansia e la rabbia possono ostacolare il pensiero razionale. Nella sua forma attuale, la teoria psicologica dei giochi non è ancora in grado di includere tali effetti, ma sono fiducioso che applicazioni specifiche possano aprire la strada a modelli più generali.”
 
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Pierpaolo Battigalli and Martin Dufwenberg, 2022. “Belief-Dependent Motivations and Psychological Game Theory.” Journal of Economic Literature, 60 (3): 833-82. DOI: https://dx.doi.org/10.1257/jel.20201378.
 

di Sirio Legramanti
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