Francesco Vigano': il diritto come modo per realizzare un ideale di giustizia
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Francesco Vigano': il diritto come modo per realizzare un ideale di giustizia

I DIRITTI FONDAMENTALI E LA TUTELA DEI PIU' DEBOLI SONO AL CENTRO DEGLI INTERESSI DEL NUOVO PROFESSORE ORDINARIO DI PENALE

Quando hanno chiesto al figlio di 10 anni che lavoro facessero i genitori, il bambino ha risposto che “papà insegna diritto penale, mamma invece fa sul serio, è magistrato”. Francesco Viganò ride mentre lo racconta. Anche lui “fa sul serio”: la sua è la storia di un dialogo continuo fra teoria giuridica e prassi. Ordinario di Diritto penale, arrivato in Bocconi nel novembre 2016, è convinto che chi studia diritto isolandosi dal mondo abbia sbagliato mestiere. “Il contatto quotidiano con la realtà scongiura il pericolo di chiudersi in una torre d’avorio. Sono convinto del valore etico del mio lavoro: il diritto è un modo per realizzare un ideale di giustizia”.
 
E pensare che il diritto ha rappresentato per Viganò una vocazione tardiva. Si iscrive a Giurisprudenza a Milano senza entusiasmo, un po’ per rispettare una tradizione di famiglia, un po’ per assicurarsi un mestiere. Quando incontra il diritto penale avviene la folgorazione. “Mi affascina la drammaticità della materia”, spiega, “il suo impatto sull’esistenza delle persone. Il diritto penale ha sempre a che fare con i deboli: le vittime di un reato, certo, ma anche chi è colpito dal potere punitivo statale. L’idea che il diritto serva a incanalare questo potere, a porre limiti e condizioni al suo esercizio è una grande sfida intellettuale e morale che interroga le nostre coscienze”.
 
Dopo la laurea, Viganò svolge un periodo di ricerca presso l’Università di Monaco di Baviera, “la Mecca degli studi penalisti dell’epoca”, e consegue il titolo di dottore di ricerca a Pavia. Trascorre nove anni all’Università di Brescia, che lascia nel 2004 per un posto di ordinario presso la Statale di Milano. Negli ultimi anni, il suo interesse scientifico si è indirizzato verso la tutela dei diritti della persona a livello nazionale e sovranazionale. “L’Università Bocconi è il posto giusto per realizzare il bisogno di proiettare su un orizzonte internazionale le mie riflessioni sui diritti fondamentali come strumento di tutela dei più deboli”.
 
Viganò svolge attività di formazione dei magistrati, è stato membro di commissioni legislative, è direttore della rivista online Diritto penale contemporaneo, “una forma di colloquio quotidiano con il mondo reale”. Grande appassionato di lirica, ama andare alla Scala e fino a poco tempo fa ha fatto parte nel Coro Bach di Milano. “È un’attività impegnativa, che prevede molto studio a casa. A 48 anni d’età, ho ritrovato il timore di essere interrogato… e la cattiva coscienza di avere studiato poco”.

di Claudio Todesco
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