I giudici dell'euro web

COME BILANCIARE LIBERTA' E REGOLAMENTAZIONE SU INTERNET IN UN VOLUME DI ORESTE POLLICINO E GRAZIELLA ROMEO

Internet non può essere considerato uno spazio anarchico privo di regolamentazione. D’altro canto, non può essere regolato eccessivamente come avviene nei regimi totalitari. È perciò compito dei giudici cercare un bilanciamento tra il pericolo di over-regulation e la mancanza di norme. È uno degli argomenti di The Internet and Constitutional Law, il volume curato da Oreste Pollicino e Graziella Romeo (Bocconi) che raccoglie contributi esposti durante la conferenza internazionale Internet Law, Fundamental Rights and Constitutional Adjudication.

L’idea, spiega Pollicino, è che si guardi alla regolamentazione sovranazionale europea del web soffermandosi non tanto sull’aspetto legislativo quanto sul modo in cui i giudici prendono le decisioni. «Guardiamo se il livello di protezione dei diritti fondamentali nel web aumenta o diminuisce a seconda del modello di giudizio di costituzionalità che caratterizza le differenti esperienze giuridiche: vi può essere una singola corte che ha un’esclusiva sul giudizio di costituzionalità, come in Italia o in Germania, oppure un sistema in cui il controllo è diffuso, come avviene negli Usa. La protezione giuridica dei diritti fondamentali è funzione della dimestichezza del giudici con l’ambiente tecnologico e quindi con la loro capacità di prestare una tutela specifica». Gli autori si soffermano anche sulle differenze fra le corti europee e la Corte suprema americana. Come vengono tutelati i diritti fondamentali sulle due sponde dell’Atlantico, quando l’ambiente di riferimento è quello digitale? «Il diverso contesto porta i giudici americani ad attribuire grande valore all’espansione delle libertà dei singoli. Le corti europee, invece, si concentrano sull’impatto potenzialmente pericoloso di internet su diritti fondamentali come la privacy e la reputazione e operano un bilanciamento più simmetrico tra free speech e altri diritti fondamentali potenzialmente in contrasto».

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di Claudio Todesco