Perche' il protezionismo dell'IRA non dovrebbe spaventare l'Europa
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Perche' il protezionismo dell'IRA non dovrebbe spaventare l'Europa

L'INFLATION REDUCTION ACT FARA' CRESCERE IL MERCATO STATUNITENSE DELLE TECNOLOGIE VERDI. SE GLI EUROPEI NON NE APPROFITTERANNO, LO FARANNO I CINESI, COME MOSTRA UN'ANALISI DI DANIEL GROS E DEI SUOI COAUTORI DELL'INSTITUTE FOR EUROPEAN POLICYMAKING AT BOCCONI UNIVERSITY

Quando l’Inflation Reduction Act (IRA) è stato firmato dal Presidente Biden nell’agosto 2022, ha scatenato un acceso dibattito in Europa sull’opportunità di una “rappresaglia.” La Casa Bianca ha definito il programma da $380mld “l’azione più significativa che il Congresso abbia mai intrapreso in materia di energia pulita e cambiamenti climatici nella storia della nazione,” poiché include disposizioni che promuovono la produzione di energia rinnovabile e dimostra un chiaro intento di conferire agli Stati Uniti il primato in importanti tecnologie verdi utilizzando disposizioni che favoriscono il contenuto locale dei prodotti sussidiati. Tali disposizioni, secondo l’argomentazione comune, sono difficilmente compatibili con le regole del WTO e svantaggerebbero i produttori europei, motivando l’introduzione di nuove tariffe sulle importazioni americane.
 
Osservando in modo più attento le disposizioni, Daniel Gros, direttore dell’Institute for European Policymaking @ Bocconi University (IEP@BU), e agli studiosi IEP@BU Philipp-Leo Mengel e Giorgio Presidente, ridimensionano la minaccia al commercio europeo e sottolineano le opportunità che un più grande mercato statunitense delle energie pulite potrebbe offrire alle aziende europee. Ma c’è un caveat: se l’Europa non riuscirà a mantenere la sua competitività nelle tecnologie per l’energia pulita, il vincitore della disputa commerciale transatlantica potrebbe essere... la Cina.
 
  

Il paper sarà presentato il 9 novembre a Bruxelles presso il chapter locale della Bocconi Alumini Association (CLICCA QUI per informazioni) e il 13 novembre presso l’Istituto Affari Internazionali (IAI) a Roma.
 
UNA SITUAZIONE DA COMMA 22
 
Da una parte, l’IRA è meno incisivo di quanto sembri e, in molti aspetti, è paragonabile al sostegno attualmente concesso dall’UE ai produttori europei. La cifra di $380mld di dollari è da distribuire in 10 anni, raggiungendo quindi $38mld l’anno, mentre il sostegno alle energie rinnovabili da solo costa all’UE circa $80mld l’anno.
 
Dall’altra, le disposizioni creano una situazione da Comma 22. Per essere definito un successo, l’IRA dovrebbe contribuire a raggiungere gli obiettivi dell’amministrazione Biden in materia di energia pulita e cambiamenti climatici, ma se gli obiettivi venissero raggiunti, il costo fiscale dell’IRA supererebbe di gran lunga i $380mld previsti, raggiungendo probabilmente i $1.000mld secondo i calcoli degli studiosi, e il provvedimento potrebbe cadere vittima del suo stesso successo. “I fortissimi sussidi alla generazione di energia solare sono stati revocati in Europa quando il loro costo è diventato evidente,” avvertono gli autori.
 
STRATEGIA INDUSTRIALE ANZICHE' GUERRE COMMERCIALI
 
L’aspetto più controverso dell’IRA è rappresentato dalle disposizioni sul contenuto locale: un sussidio di $7.500 per i veicoli elettrici è disponibile solo per le auto prodotte in Nord America; le installazioni di energie rinnovabili che utilizzano almeno il 40% di prodotti statunitensi per i loro input di produzione ricevono un sussidio più alto del 10%; e la produzione locale di alcuni elementi per le batterie e le energie rinnovabili riceve un generoso sostegno.
 
Il paper, però, mostra che alcune di queste disposizioni non hanno un impatto significativo (molti progetti di energie rinnovabili negli Stati Uniti, compresi quelli di aziende europee, soddisfano già il requisito di produzione locale) e altre difficilmente bilanciano il sostegno fornito dall’UE ai produttori europei. Il sussidio per le auto elettriche è approssimativamente equivalente alla penalizzazione dei produttori statunitensi sul mercato UE a causa del dazio del 10% sull’importazione di auto, e lo stesso vale per il sostegno alle batterie. Inoltre, le auto in leasing possono ottenere il sussidio anche se sono prodotte in Europa.
 
Visto da un angolo ancora inesplorato, l’IRA, però, ha il potenziale per far crescere notevolmente il mercato statunitense delle auto elettriche (fino a +600% in dieci anni) e delle energie rinnovabili (fino a +345%), tanto che i produttori europei potrebbero beneficiarne abbondantemente.
 
“Qui la questione,” commenta Daniel Gros, “non è scatenare inutili guerre commerciali, ma essere pronti a cogliere i benefici di mercati verdi più ampi. Se gli europei non lo faranno, lo faranno i cinesi. Ciò significa progettare una strategia industriale che deve includere il sostegno alla ricerca applicata e alla formazione tecnica, per essere in grado di sviluppare i prodotti che consentiranno all’Europa di essere competitiva nel lungo termine.”
 
IL MITO DELLA DIPENDENZA
 
In un altro studio, Gros mostra che la dipendenza europea dalla Cina per le materie prime legate alle auto elettriche e alle energie rinnovabili è notevolmente sopravvalutata. “Combinando la sostituzione di alcuni elementi e l’accumulo di scorte di altri, si ridurrebbe in modo significativo il rischio legato all’approvvigionamento di materie prime,” afferma. “Il valore delle importazioni annuali delle tanto discusse terre rare nell’UE, per esempio, ammontava solo a €120mln (milioni, non miliardi) nel 2021. Ai tassi di interesse attuali, il costo del mantenimento di un’ampia scorta sarebbe quindi inferiore a €15mln l’anno (ipotizzando una scorta di tre anni, richiederebbe una spesa di interessi al 4% su €360mln).”
 
Daniel Gros, Philipp-Leo Mengel and Giorgio Presidente. “No Rose Without Thorns. The EU and the US Inflation Reduction Act.” IEP@BU Working Paper.
 

di Fabio Todesco
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