I ricchi, dei tra gli uomini
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I ricchi, dei tra gli uomini

DISPONIBILE ANCHE IN EUROPA IL LIBRO DI GUIDO ALFANI SULLA STORIA DELLA RICCHEZZA

La ricchezza è, evidentemente, un riflesso della disuguaglianza. Guido Alfani, del Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche, ha descritto l'evoluzione delle disuguaglianze sociali e di come i ricchi sono stati considerati da chi ricco non è lungo gli ultimi mille anni. Il libro di Alfani, "As Gods Among Men", edito dalla prestigiosa Princeton University Press, ha riscosso molto favore anche sulla stampa internazionale ed è disponibile anche in Europa dopo essere uscito negli USA alla fine del 2023. Ne pubblichiamo la prefazione, per gentile concessione dell'autore e dell'editore Laterza che ne sta curando la traduzione in italiano.

Oggi le società occidentali sembrano ossessionate dai ricchi: chi sono, come sono diventati tanto facoltosi, che tipo di condotta tengono. Ammirati e lusingati, e allo stesso tempo biasimati e disprezzati, i ricchi e soprattutto i super-ricchi sono al centro di un dibattito sempre più ampio all’interno della società civile. Alcuni di loro scelgono di diventare delle celebrità, un compito reso più facile che mai dalle nuove tecnologie della comunicazione e dalla diffusione dei social media. Molto sembra essere cambiato rispetto al Medioevo, quando ai ricchi era richiesto di non apparire facoltosi (o almeno di non mostrare la reale entità delle loro ricchezze), dal momento che l’accumulazione eccessiva di risorse materiali era considerata intrinsecamente peccaminosa e addirittura dannosa per il corretto funzionamento di una società (cristiana) perfetta e delle sue istituzioni, soprattutto politiche. Come sostenuto da alcuni commentatori medievali, se avessero avuto un accesso «paritario» alle istituzioni politiche, i super-ricchi si sarebbero comportati di fatto «come dèi tra gli uomini», una prospettiva ovviamente non auspicabile.

E tuttavia, fino a che punto le cose sono davvero cambiate? Il fatto stesso che i ricchi siano oggetto di tante discussioni, oggi come in passato, suggerisce che essi fatichino a trovare, o a farsi attribuire, un posto adeguato nella società – di nuovo, oggi come in passato. Tali connessioni tra passato e presente, nascoste ma allo stesso tempo chiaramente visibili non appena le si cerca, sono l’oggetto principale di questo libro. Non si tratta di una semplice descrizione delle vite e delle azioni dei ricchi o dei super-ricchi, né di un libro animato da una personale attrazione o avversione nei loro confronti, ma di un tentativo di scrivere una storia generale dei ricchi attraverso i secoli. Nel testo verranno forniti molti esempi e saranno inclusi brevi resoconti delle vite di alcuni individui straordinari (tali resoconti, oltre a essere scientificamente illustrativi e utili, sono spesso piuttosto divertenti), ma questi esempi saranno integrati in una discussione generale e sistematica.

Nel tempo molte cose sono cambiate e certamente le modalità con cui i ricchi di oggi sono entrati in possesso dei propri averi non sono le stesse utilizzate dai ricchi del Medioevo (Elon Musk non è Alano il Rosso) o dell’antichità classica, ma le domande a cui potremmo voler rispondere sul loro conto, sia per le società del passato che per quelle attuali, sono in gran parte le stesse. Dal punto di vista di uno storico economico e sociale come me, o delle scienze sociali in generale, sono proprio queste domande comuni a rendere significativa un’analisi ad ampio raggio che copra sistematicamente il periodo che va dal Medioevo a oggi, con frequenti incursioni nell’Antichità. Questo approccio è però necessario anche se si vogliono affrontare domande più profonde e cruciali. Quali elementi di continuità si riscontrano nel tempo? Cosa rende i ricchi di oggi simili a quelli del passato? In che modo queste somiglianze ci aiutano a comprendere meglio il disagio sociale suscitato dalla loro stessa presenza, disagio che sembra essere un tratto caratterizzante delle società occidentali di tutti i tempi? Per rispondere, dobbiamo adottare un approccio storico. In primo luogo, perché se non si presta attenzione al contesto storico si rischia di confrontare, per così dire, le pere con le mele. In secondo luogo, perché se non guardiamo al passato, e in particolare al lungo periodo, non ci renderemo mai conto di alcune delle questioni più rilevanti e più interessanti.

Questo non è un libro «contro» i ricchi, ma un libro «su» di loro. Non c’è alcuna intenzione a priori di criticare il loro comportamento attuale o di attingere al malcontento della società per attirare l’attenzione. L’origine dell’opera affonda invece le sue radici in un genuino interesse scientifico per chi fossero i ricchi del passato, interesse nato quasi per caso da un lavoro di ricerca più generale sulle tendenze a lungo termine della disuguaglianza economica. L’improvvisa consapevolezza che i ricchi, come categoria specifica, sono stati raramente oggetto di seri studi scientifici, soprattutto per l’epoca preindustriale, si è lentamente trasformata in un progetto ambizioso.

di Guido Alfani
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