Un modello (statistico) per la vita

Un modello (statistico) per la vita

L'ANALISI DELLE TRANSIZIONI TRA GLI STATI DEGLI INDIVIDUI PER CAPIRE LE TRAIETTORIE DELLA NOSTRA ESISTENZA. E IL LAVORO DI RAFFAELLA PICCARRETA E MARCO BONETTI

Spesso le scienze sociali si occupano della descrizione della successione di eventi che avvengono nel corso della vita. È il caso della carriera lavorativa o della formazione di una famiglia. In entrambi i casi, gli individui attraversano diversi stati nel corso del tempo, a volte rimanendo nella stessa condizione, a volte tornando in stati già visitati in precedenza. Le sequenze di tali stati, la loro durata e il loro ordine descrivono traiettorie complesse la cui previsione presenta sfide notevoli. Per analizzarle, i ricercatori sociali fanno sempre più riferimento a modelli focalizzati sull’analisi delle transizioni tra gli stati e della loro possibile dipendenza da un insieme di variabili rilevate all’inizio delle traiettorie. L’idea è che l’analisi statistica di tali transizioni consenta di studiare efficacemente, almeno in parte, lo sviluppo delle traiettorie di vita nel tempo. Sino a ora tali modelli sono stati applicati senza prestare attenzione al loro funzionamento in relazione all’obiettivo di studio dell’intera traiettoria e non di singole transizioni o della permanenza in alcuni stati. Nel working paper, Comparing models for sequence data: prediction and dissimilarities, Raffaella Piccarreta e Marco Bonetti, della Bocconi, e Stefano Lombardi affrontano il problema del confronto dei modelli con riferimento alla loro capacità predittiva.

Nello specifico, gli autori considerano i dati relativi a donne olandesi nate fra il 1958 e il 1962, e costruiscono le loro traiettorie familiari rilevando con cadenza mensile se sono single, conviventi o sposate, con o senza figli. «Al fine di capire quali modelli statistici funzionano meglio nel descrivere le traiettorie di vita, abbiamo simulato un gran numero di sequenze generate dai modelli stessi e abbiamo proposto criteri per confrontare i dati simulati con quelli osservati», spiega Piccarreta. Il lavoro di validazione ha tenuto conto della relazione fra le traiettorie e una serie di variabili esplicative. «È un problema rilevante in molti contesti. Lo studio delle traiettorie familiari deve verificare l’eventuale impatto su di esse di condizioni registrate all’inizio del periodo di osservazione come la coorte di nascita, il livello di istruzione, la religiosità, il fatto di aver avuto nell’adolescenza genitori sposati o conviventi, separati o divorziati».

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di Claudio Todesco
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