Un operations manager per rendere piu' fluida la sanita'

UNA NUOVA FIGURA MANAGERIALE, CHE SI OCCUPA DEI PERCORSI ORGANIZZATIVOLOGISTICI DEI PAZIENTI ALL'INTERNO DELLE AZIENDE SANITARIE, DIVENTERA' SEMPRE PIU' IMPORTANTE IN FUTURO, SPIEGA ANNA PRENESTINI DEL CERGAS BOCCONI

C’è una nuova figura professionale in sanità che lavora per minimizzare i tempi d’attesa ed efficientare l’utilizzo delle risorse produttive. Si chiama operations manager e si occupa dei percorsi organizzativo-logistici dei pazienti all’interno delle aziende sanitarie. È una funzione che esiste da tempo negli Stati Uniti e in Nord Europa. In Italia è stata introdotta dall’ospedale privato accreditato Humanitas che, inizialmente, ha chiesto a ingegneri provenienti dal settore manifatturiero di analizzare i processi produttivi sanitari allo scopo di ottimizzare l’utilizzo di posti letto e sale operatorie. Anche il pubblico si sta muovendo: le regioni Lombardia (nel 2016) e Toscana (nel 2018) hanno definito linee guida per la costituzione di uffici di gestione operativa nelle aziende sanitarie pubbliche. In Italia sono ancora pochi (circa quaranta). “I processi caratteristici in sanità sono molto più complessi che in qualsiasi altro settore, sia perché sono rivolti ai pazienti e ai loro bisogni di salute, sia perché hanno un alto grado di interrelazione”, spiega Anna Prenestini, ricercatrice del Cergas che si occupa delle nuove tipologie di manager in sanità.

“Ottimizzare i percorsi organizzativo-logistici porta anche a un miglioramento del lavoro dei medici che non sono più costretti a superare da soli disfunzioni organizzative per rispondere ai bisogni dei pazienti. Gli operations manager diventeranno sempre più importanti”. Possono essere aziendalisti, ingegneri gestionali, medici o infermieri. In ogni caso, devono possedere competenze manageriali orientate a operations e lean management. “È necessario un forte impegno da parte della direzione strategica aziendale nello scardinare un sistema che prevede che siano i clinici a gestire asset produttivi come slot ambulatoriali, sale operatorie, posti letto”.
I benefici sono evidenti e misurabili. Uno degli obiettivi dell’introduzione della funzione della gestione operativa è la riduzione dei tempi d’attesa per le prestazioni chirurgiche. “All’Ausl di Reggio Emilia, dove la funzione gestione operativa è stata introdotta per volontà della direzione generale, i tempi d’attesa per alcune patologie chiave come tumore alla mammella e al colon retto si sono abbassati drasticamente e quasi il 100% delle prestazioni è fornita nei giorni massimi previsti dalle indicazioni regionali e nazionali”.

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